Ricerche sensazionali sull’applicazione dell’argento colloidale nei casi d’ebola
Le ricerche sul virus Ebola
Già nel 2008, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (USA-DOD), in collaborazione con altre agenzie federali ha condotto una ricerca clinica sull’uso di nanoparticelle d’argento contro Ebola e altri virus della febbre emorragica.
E’ sorprendente scoprire oggi che cosa hanno trovato. Hanno trovato che le nanoparticelle d’argento AgNPs (argento colloidale) sono altamente efficaci contro questi virus letali, tra cui il virus Ebola.
Hanno poi presentato i loro risultati alle autorità di regolamentazione federali degli Stati Uniti preposte alla salute.
Ma la conclusione degli studi e la relativa presentazione è stata tenuta top secret. La presentazione si chiama “Silver nanoparticle neutralization of hemorrhagic fever viruses” Questo documento, inizialmente secretato, è stato successivamente de-classificato e reso pubblico.
La conclusione della ricerca è stata che le nanoparticelle d’argento hanno “effetti neutralizzanti potenti contro i virus della febbre emorragica“, tra cui Arenavirus e Filovirus (cioè, Ebola).
Questo quadro di ricerche è stato condotto sotto gli auspici della DOD’s Defense Threat Reduction Agency (DTRA) e il Comando Strategico degli Stati Uniti (USSTRATCOM) Centro per la lotta contro le armi di distruzione di massa.
La presentazione è stata fatta dai ricercatori di biotecnologia applicata Branch, 711th Human Performance Ala della Air Force Research Laboratory; ovvero le stesse istituzioni ed autorità responsabili di mantenere la sicurezza della loro nazione da minacce esterne come il bioterrorismo.
In buona sostanza si afferma che l’argento colloidale in nanoparticelle (AgNPs) blocca il virus Ebola e altri virus che provocano le febbri emorragiche impedendone la replicazione all’interno delle cellule stesse. Quando non c’è replicazione virale all’interno delle cellule, non c’è diffusione dell’infezione!
I ricercatori hanno anche scoperto che la neutralizzazione del virus da parte dell’argento colloidale si verifica durante le prime fasi di replicazione virale. In altre parole, l’argento antimicrobico per essere efficace, va assunto preventivamente o comunque entro poche ore dal contatto con un individuo infetto.
Un’altra cosa interessante che i ricercatori hanno scoperto è che una proteina enzimatica chiamata Catepsina B ha dimostrato di giocare un ruolo essenziale nella replicazione del virus Ebola. L’argento in nanoparticelle (AgNPs) agisce sull’attività della Catepsina diminuendola e così limitando ulteriormente la replicazione virale nella cellula e la successiva diffusione del virus ad altre cellule.
Ed infine, di gran lunga la cosa più interessante, i ricercatori hanno scoperto che solo concentrazioni molto basse di AgNPs sono necessarie e sufficienti a prevenire la replicazione del virus. Infatti concentrazioni di argento colloidale in nanoparticelle (AgNPs) di 10 ppm (parti per milione).
Efficacia su altri virus
Le nanoparticelle d’argento AgNPs si sono dimostrate efficaci anche contro altri diversi tipi di virus come quelli dell’immunodeficienza umana (HIV), dell’epatite B, dell’Herpes simplex, del virus sinciziale respiratorio. Una prima importante testimonianza documentata dell’efficacia antivirale dell’argento colloidale si ebbe durante una epidemia di vaiolo avvenuta nel 1913 alle isole Mauritius. Rimandiamo all’articolo nel sito Scienza e Conoscenza di Costantino Mazzanobile sull’argento colloidale, pensate che nelle isole Mauritius, una storia di cent’anni fa che testimonia della straordinaria attività dell’argento elettrolitico nei confronti del vaiolo, riportata sul British Medical Journal un secolo fa.
Novel Nanotechnology-Based Antiviral Agents:
Silver nanoparticle neutralization of hemorrhagic fever viruses
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